PENSIONE A 64 ANNI NEL 2021: ECCO CHI PUÒ ANDARCI

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Anche nel 2021 si può andare in pensione a 64 anni, ossia coloro che sono nati nel 1957. Il Governo guada alla possibilità di introdurre una Quota 102 in sostituzione di Quota 100, grazie alla quale verrà data la possibilità di andare in pensione a 64 anni a coloro che hanno maturato 38 anni di contributi.

C’è però da evidenziare il fatto che già oggi vi è la possibilità di andare in pensione a 64 anni e sono richiesti molti meno anni di contribuzione. Si tratta di una possibilità offerta dall’opzione contributiva della pensione anticipata, riservata però a coloro che rientrano pienamente nel regime contributivo per il calcolo della pensione avendo cominciato a lavorare successivamente al 1° gennaio 1996.

Chi ha iniziato a lavorare dopo questa data per un fattore di tempo non può accedere alla normale pensione anticipata, visto che per questa sono necessari almeno 41 anni e 10 mesi di contributi (per le donne, un anno in più per gli uomini) e in questo arco temporale è impossibile che siano stati raggiunti. Lo stesso vale per Quota 41  e  Quota 100  per le quali sono richiesti rispettivamente 41 e 38 anni di contribuzione.

Per questi, però, vi è la possibilità offerta dalla pensione anticipata contributiva con la quale appunto si può accedere alla pensione all’età di 64 anni e con molti meno anni di contributi rispetto a quelli richiesti dalle suddette opzioni. Tuttavia, la pensione anticipata di tipo contributivo presenta un requisito che ne limita di molto la platea dei potenziali beneficiari.

Pensione a 64 anni per chi ha iniziato a lavorare dopo il 1° gennaio 1996

Per i Contributivi puri, ossia per chi ha iniziato a lavorare dopo il 1° gennaio 1996, vi è la possibilità di andare in pensione a 64 anni. Si tratta di una possibilità offerta dalla pensione anticipata di tipo contributivo, per la quale sono sufficienti 20 anni di contribuzione. Un obiettivo, questo, raggiungibile anche per coloro che hanno iniziato a lavorare dopo la suddetta data; mantenendo una carriera costante, infatti, questi alla fine del 2020 potrebbero arrivare a maturare fino a 25 anni di contribuzione.

Tuttavia, c’è un altro requisito che rende più proibitivo l’accesso alla pensione anticipata a 64 anni. La normativa, infatti, stabilisce che per poter anticipare l’accesso alla pensione all’età di 64 anni bisogna aver maturato una pensione pari o superiore a 2,8 volte l’importo dell’assegno sociale.

Per capire quale sarà questo valore nel 2021 dovremo attendere che verrà ufficializzato il tasso di rivalutazione degli assegni, comunque non sarà molto distante da quello del 2020 (459,83€). Per accedere alla pensione anticipata a 64 anni nel 2021, quindi, bisogna aver maturato una pensione vicina ai 1.285,00€, obiettivo raggiungibile solo da chi ha avuto carriere ben retribuite in quanto bisogna considerare che le regole previste dal calcolo contributivo sono più penalizzanti rispetto a quelle del retributivo e di conseguenza è molto più difficile arrivare a percepire un assegno di importo elevato.

Pensione a 64 nel 2021: le altre opzioni

Ci sono comunque altre possibilità per andare in pensione a 64 anni nel 2021.

Ad esempio, possono andarci i nati nel 1957 che rispettano i requisiti indicati dalla pensione anticipata ordinaria, con la quale si può smettere di lavorare indipendentemente dall’età anagrafica al raggiungimento dei 42 anni e 10 mesi di contribuzione, o 41 anni e 10 mesi per le donne.

Come anticipato, questo obiettivo non è raggiungibile dai Contributivi puri: per maturare tutti quegli anni di contributi, infatti, è necessario aver iniziato a lavorare verso la metà degli anni ‘70 e aver mantenuto una certa continuità lavorativa.

Lo stesso vale per chi vuole accedere a Quota 41, per la quale non è richiesta alcuna età anagrafica in quanto sono sufficienti 41 anni di contributi, di cui 12 mesi devono essere maturati entro il compimento dei 19 anni di età.

Inoltre, per Quota 41 bisogna far parte di una delle categorie che necessitano di una maggior tutela, quali ad esempio disoccupati di lungo corso, invalidi con percentuale di almeno il 74% e Lavoratori Impiegati in mansioni gravose e usuranti.

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